Bambini con precocità intellettiva.
Lo sviluppo intellettivo nel bambino segue ritmi e velocità individuali, che sono influenzati da fattori genetici e dagli stimoli ambientali. Alcuni bambini hanno inevitabilmente ritmi molto più rapidi della media dei coetanei, e quindi raggiungono livelli di sviluppo intellettivo più avanzato, anche di due o tre anni, rispetto agli amici e ai compagni di classe.
Molti paesi del mondo riservano alla precocità intellettiva speciali programmi educativi: Israele, Francia, Russia e Stati Uniti da molti anni si occupano delle precocità intellettive in modi diversi, ma finalizzati all’individuazione dei bambini dotati (gifted) e a favorire i loro speciali ritmi di crescita.
Secondo il sistema classico di misurazione dell’intelligenza infantile, intesa come un insieme di abilità (logiche, verbali, matematiche, etc.), il grado di sviluppo si esprime con il Q.I. (Quoziente Intellettivo), dato dal rapporto fra il punteggio ad un test specifico e la media del punteggio ottenuto dai coetanei, moltiplicato per 100.
Il Quoziente Intellettivo è un numero, che esprime una valutazione globale e aspecifica del livello di efficenza mentale, sulla base della capacità di superare alcune prove prestabilite. Non misura quindi una proprietà della psiche o del cervello, ma fornisce una semplice indicazione relativa ad alcune capacità. Un livello intellettivo perfettamente nella norma è espresso con un Q.I. di 100; valori di Q.I minori di 80 sono un indice di ritardo mentale, allo stesso modo valori di 120 e oltre denotano un livello intellettivo sopra la media.
In genere, si considerano molto dotati i bambini che raggiungono e superano Q.I. di 130-140. Secondo la distribuzione gaussiana, che rappresenta il modello di distribuzione del livello intellettivo nella popolazione, all’incirca un bambino ogni 100 ha un Q.I. superiore a 130-140.
COME SI MANIFESTA L’INTELLIGENZA PRECOCE?
Un bambino intellettivamente dotato manifesta spesso:
- Interesse spiccato per argomenti astratti, spesso per i dinosauri o l’astronomia, già intorno ai tre o quattro anni;
- Apprendimento rapido del linguaggio, sviluppando un dizionario molto ampio e imparando parole complesse che sa usare con proprietà;
- Apprendimento della lettura e in seguito della scrittura già verso i tre o quattro anni, e in alcuni casi senza l’aiuto degli adulti;
- Spiccata sensibilità interpersonale, con la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”;
- Grande attenzione ai particolari e alle regolarità dell’ambiente circostante.
Tuttavia, ogni bambino ha una storia e una dotazione specifica, e le forme di precocità possono manifestarsi in modo particolare, ad esempio con un talento musicale, artistico, matematico, linguistico o logico.

COSA COMPORTA LA PRECOCITA’ INTELLETTIVA?
In Italia la precocità intellettiva è un fenomeno poco riconosciuto: nessun programma speciale è riservato ai bambini precoci, i quali spesso vivono la scuola con insofferenza perchè annoiati da ritmi e argomenti troppo semplici per loro. Le conseguenze sono:
- Risultati scolastici eccellenti fino alla terza o quarta elementare, che a volte crollano perché il bambino ha appreso l’abitudine di non ripassare i contenuti scolastici, riuscendo ad impararli al primo ascolto;
- Difficoltà di tipo relazionale, perché un bambino molto maturo crea inquietudine e frustrazione nei genitori, negli insegnanti e spesso nei compagni di classe;
- Senso di solitudine, perché le difficoltà relazionali e la spiccata sensibilità emotiva rendono il bambino molto consapevole della propria diversità e del disagio che essa causa negli altri;
- In alcuni casi, problemi di comportamento a scuola (vivacità, oppositività), per mancanza di stimoli adeguati e conseguente senso di noia, oppure per il riconoscimento di errori o semplificazioni nella trattazione degli argomenti, che lo portano a “correggere l’insegnante”.
Generalmente, un bambino che appare più brillante dei compagni viene considerato, se riconosciuto e non scambiato per “iperattivo” o “caratteriale”, come in grado di far da solo, autonomo, non bisognoso di aiuto. In questo modo, può soffrire la mancanza di stimoli adeguati, manifestando i già citati problemi comportamentali oppure adeguandosi ad un livello di rendimento inferiore alle proprie potenzialità.
COSA FARE CON I BAMBINI PRECOCI.
Il miglior modo per aiutare un bambino precoce ed evitare che sviluppi sofferenza, difficoltà relazionali e disturbi nello sviluppo della personalità, è riconoscere la sua specificità e accettarla. Può essere utile l’anticipo scolastico di un anno, ma è più utile agire nella quotidianità e a scuola, aiutando il bambino ad approfondire e ampliare le proprie esperienze conoscitive, assecondando i suoi interessi con accorgimenti educativi specifici oltre all’ordinario programma didattico.
Un semplice metodo di lavoro consiste nel fornire al bambino al bambino materiale e attività supplementari rispetto ai compiti scolastici ordinari, lasciandolo libero di farne ciò che vuole e senza chiedergli performance specifiche. In molti paesi vengono organizzati dei veri e propri programmi speciali, che i bambini precoci frequentano insieme, in un contesto stimolante e creativo che soddisfa il loro bisogno di apprendere e sviluppare competenze.
IL DESTINO DEI BAMBINI PRECOCI.
Il bambino precoce non diventa necessariamente un adulto con livello intellettivo superiore: spesso la precocità, specie se non riconosciuta o peggio connotata negativamente dall’ambiente sociale, si appiattisce con lo sviluppo. In genere, gli adulti che sono stati bambini precoci mantengono un funzionamento intellettivo di livello elevato, che però non è necessariamente correlato a successo personale.
Il successo, la soddisfazione e la felicità dipendono infatti anche da fattori relativi alla personalità: un bambino precoce a cui siano stati rifiutati stimoli adeguati, o che abbia avvertito l’ostilità da parte di genitori, compagni e insegnanti per le proprie capacità, può sviluppare una personalità introversa, insicura, fragile, oppure isolata alle relazioni e rinchiusa nei propri interessi. La necessità di accorgersi della particolarità del bambino precoce, accettandola e assecondandola senza colpevolizzarlo, è dunque essenziale per uno sviluppo equilibrato.